Il viadotto Alveo Vecchio, costruito nel 1968, è composto da due strutture indipendenti, una per carreggiata, ciascuna costituita da tre campate in c.a.p. aventi lo schema statico di travi semplicemente appoggiate. Entrambi gli impalcati hanno quattro nervature in c.a.p. di interasse 2,40 m e altezza 2,0 m, sormontate da una soletta di spessore 20 cm, facente parte integrante della sezione resistente della trave. Le nervature sono collegate da tre traversi intermedi e da due traversi di testata, aventi spessore 25 cm. La luce teorica delle nervature, intesa come distanza tra gli appoggi, è di 32,50 m. In Figura 1 sono riportate pianta, prospetto e sezione della campata C3sx insieme ad una pianta dell’intero viadotto Alveo Vecchio.
Figura 1. Pianta, Prospetto e Sezione della campata C3sx
Il sistema di precompressione è composto da 14 cavi post-tesi per ciascuna trave. Ciascun cavo, avente tracciato parabolico, è formato da 12 fili da 7 mm, disposti in parallelo all’interno di una guaina metallica iniettata. La tensione nominale di rottura dei fili è 1.700 MPa, la tensione nominale di snervamento è 1.450 MPa, e il tiro iniziale è 1.250 MPa. Le pile sono a setto, aventi altezza ridotta (circa 3,30 m comprensivi di pulvino), con suola di fondazione di dimensioni 18,50 x 6,00 m e spessore 1,60 m, su otto pali trivellati di diametro 1,20 m e lunghezza 23 m. Le spalle sono invece fondate su sei pali dello stesso diametro 1,20 m. L’opera ha tracciato rettilineo e la livelletta ha una pendenza dell’1,45% da Bari in direzione Napoli. In Figura 2 sono mostrate le sezioni trasversali significative e la sezione longitudinale al fine di evidenziare il tracciato dei 14 cavi di precompressione all’interno delle travi.
Figura 2. Tracciato dei cavi di precompressione
Per quanto riguarda i materiali impiegati, nella relazione di calcolo è stata utilizzata una resistenza a compressione del calcestruzzo pari a 400 kg/cm2 e una tensione ammissibile pari a 2.200 kg/cm2 per le armature lente. Non sono note a priori altre caratteristiche dei materiali. La struttura è stata dimensionata secondo la Normativa vigente all’epoca, la Circ. Min. LL.PP. 14/02/1962, n° 384. Il collaudo è stato eseguito nel 1969.
Nel 2005, una frana ha interessato il ponte e ne ha comportato la dismissione a seguito del crollo della campata C1dx e della rototraslazione delle pile 1 sia destra che sinistra. Da un sopralluogo effettuato in data 9 Maggio 2019 si è osservato che la campata 3 è rimasta intatta e non è stata interessata dalla frana, risultando quindi potenzialmente idonea per una prova di carico. Non si è potuto invece trarre conclusioni sullo stato delle fondazioni degli elementi verticali, in particolare della pila 2 su cui poggia la campata 3. L’opera non presentava fessurazioni, distacchi di copriferro e segni di corrosione delle armature. Con una preliminare prova di carico sulla pila 2 e sulla spalla lato Bari, effettuata tra l’1 e il 4 Luglio 2019, si è verificata l’integrità dei pali di fondazione, con cedimenti inferiori a 0,1 mm per un carico di 480 t prima sulla pila, e successivamente sulla spalla.